Qualche anno fa avevo scritto questo pezzo a metà fra un racconto e un avviso di ciò che è bene non capiti. Lo rispolvero perché può essere utile e per invitare tutti a raccontare qualche disavventura dalla quale trarre insegnamenti che non fanno mai male. Comincio io, ma voi inviatemi le vostre “avventure” alla mail: stefano(at)volominimale.org (ovviamente occorre sostituire (at) con @.
Appena ho visto la fine del tunnel del mutuo prima casa, mi sono iscritto alla Scuola di volo di Gubbio. Che figata! Aimaro, l’istruttore, discendente di una famiglia di navigatori del cielo e del mare, è un personaggio pazzesco, con lui dietro mi sentivo sicuro di poter imparare alla velocità della luce. Intanto mi sono preoccupato di ricercare il mio deltamotore personale, così che alla fine del corso, ottenuta la “patente per volare”, potessi scorrazzare da solo per il cielo. Un paio di mesi dopo ero già in possesso di un minuscolo deltaplano monoposto e non vedevo l’ora di poterlo provare, ma avevo appena fatto il primo volo da solista e mancavano ancora diverse ore di corso per poter accedere all’esame finale…
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