Un sabato “al volo”
Dopo tutta la pioggia dell’ultimo mese e i guai con la salute di mia mamma, sabato le congiunzioni astrali promettevano bene. Il giorno prima “prenoto” il Conte volante (l’istruttore, n.d.a.) annunciandogli di voler fare una lezione di richiamo e quindi provare il mio carrellino, finalmente.
“Si, si dai che domani è la giornata giusta, sono al campo dalle 16.00 in poi”.
Sabato ore 15.00, sono piuttosto agitato, mia moglie ha la festa di fine anno a scuola fino a sera e le ragazze gli daranno una mano come tutti gli anni, quindi mia madre rimarrà da sola in casa. Ok, gli lascio il telefonino sul comodino per qualsiasi cosa e parto. Oggi non mi ferma nessuno!
Che sono un po’ agitato l’ho già detto? Come al solito il serbatoio della macchina buona (che usa mia moglie) è vuoto, va beh, mi fermo alla stazione di servizio lungo la superstrada, tanto devo prendere anche la benza per il trike. Intanto guido e penso a come fare. E’ il primo volo con lo Strike! Quasi quasi dopo lo stacco faccio venti metri di quota e lascio il gas per vedere come si comporta, riappoggio le ruote e poi ridò gas e vado. Certo che c’è un discreto venticello ma se si usa la 01 non ci sono gli hangar a creare rotori e… arrivo al distributore.
Pieno di gasolio e metto cinque litri nella tanichetta. Di gasolio. Forse è il caso che mi concentri e mi dia una calmata.
Verso il gasolio nel serbatoio della macchina, risciacquo e riempio la tanica di benzina dandomi del rincoglionito e vai, si riparte.
Arrivo al campo e noto subito insolita febbrile attività. E’ il primo giorno di tempo decente dopo un lungo periodo, tutti a scaldare i motori, il P92 che va e viene, il Colonnello che fa lezione teorica sul prato, il Conte con un collaboratore indaffarati intorno a uno Skin nuovo di pacca, arriva anche, non ricordo mai come si chiama, il proprietario dell’altro Strike basato sul campo che comincia a dispiegare il carrello e ci sono anche altri due che devono fare la lezione con il Conte, insomma, pomeriggio caldo oggi.
“Faccio qualche decollo/atterraggio con questi (ne aveva due nuovi da provare), poi lezione e dopo provi la tua carriola”. Meglio così, il venticello avrà modo di calmarsi e intanto monto il tutto. Il carrello, ovviamente, non mi crea problemi, l’ala neanche, è una monosuperficie davvero facilissima da aprire, vento a parte. Il problema salta fuori sempre quando devo bloccare l’ala sul rocchetto, non ho ancora capito la giusta sequenza: se metto l’antistallo in avanti, poi non riesco a tirare dentro il trapezio quando alzo il mast per bloccarlo; se lo posiziono all’indietro, poi non riesco a farlo passare davanti al trapezio….grrrrrrr. Fanculo, apro il trapezio, faccio passare l’antistallo e richiudo. E quando scenderà l’altro Strike, orgoglio dentro e chiedere, cazzo!
Ok c’è tutto, controllo finale e messa in moto, due strappi e parte. Scaldo tre minuti, alzo i giri, rullatina al parcheggio, spengo e mi siedo, sono sudato come un minatore. Tanto il Conte fa ancora su e giù con gli Skin, uno pare abbia qualche inconveniente di temperature e la cosa si prolunga.
Verso le 18.00 finalmente si va, tira fuori “Nerone” con la Tail da 13 metri, due circuiti, un T&G e mi lascia il bolide: “Occhio che c’è molto traffico oggi, guarda bene prima di entrare in circuito, stai sui 300 metri in navigazione, fai gli esercizi che ti pare e quando entri in circuito portati a 150 controllando bene”. In effetti avevo notato che il venticello girava continuamente e decolli e atterraggi ne avevo visti sia sulla 19 che sulla 01, va beh, mi devo ricordare di controllare la manica a vento e sta “manica di piloti” che girovaga oggi.
Decollo, esco dal circuito e mi metto a zonzolare a 300 metri. C’è una partita là sotto, ma guarda, è rugby, si spostano in branco, tutti in una direzione e poi tutti in quella opposta un attimo dopo, due 360 intorno al campo di rugby invertendo il verso e poi via in giro per le collinette a fare un po’ di quota, magari trovo qualche turbolenza da controllare, ma non c’è granché, provo ad abbassarmi per sentire “l’onda” deviata dalle colline (guardando la posizione di eventuali emergenze) ma più che altro potrei contare le ville con piscina a cuore, a semicerchio, ovali, a forma di cappello, bislunghe, terrazzate, tonde e a elle. Ma rettangolari non le fanno più?
Va beh, andiamo a fare un “single pilot T&G” valà. Mi dirigo verso l’ingresso in circuito per fare il sottovento in direzione 19, arrivo ancora con un po’ di quota da smaltire ma vedo provenire dalla direzione opposta il Savannah della scuola che è più basso ma anche più lontano dall’ingresso in sottovento. Che faccio? Sicuramente lui è più veloce, ok virata e mi allontano per fare un 360 di attesa, infatti si porta in finale e fa un T&G anche lui; aspetto un momento per far smaltire la scia, intanto rientro in sottovento da metà prima che mi freghi qualcun altro ed eseguo la mia toccata e fuga controllando le solite bottarelle che si prendono passando di fianco agli hangar e risalgo, mi allontano un po’ verso Nord-Est, virata e controvirata accentuate e mi riporto verso il circuito. Stavolta vedo venire verso di me, ma con più quota, un altro Skin rosso con qualcosa davanti. Mi passa sopra sulla verticale così che mi esce dal cono visivo e lo perdo. Comincio a girarmi in tutte le direzioni ma non lo trovo. Che faccio? Mi porto in finale? E se scende senza vedermi? Decido di allontanarmi dal sottovento senza fare quota e virando dolcemente finalmente lo vedo alla mia sinistra. E’ sceso, ma che fa? Il pilota si sbraccia, che vuole? L’avrò intralciato quando l’ho perso di vista? Alla fine mi accorgo che è “il Conte” in persona a bordo di uno strano Skin con serigrafata una tigre a bocca aperta sul muso (scoprirò poi che era arrivato un tale a far provare il bolide perché pare avesse qualche problema). Tutto ok allora, mi porto in finale per la 19 e lando (vi piace il mio nuovo inglesismo?) liscio liscio. Si sbracciava perché doveva fare altre lezioni e io mi ero fatto prendere dalle mie sensazioni prolungando oltremodo il cazzeggio aereo nelle umbre lande!
Bene, controllo finale dello Strike e finalmente il Conte lo porta su, si allontana, si avvicina, due T&G di seguito prima di lasciare la pista, secondo me ci sta prendendo gusto a cazzeggiare con il mio carretto, ma è timido e non lo ammetterà mai…
Alla fine scende, mi descrive i dettagli di cui devo tenere conto, raccomandazioni, tendenze durante il corto finale e mi consegna il delta per proseguire con le lezioni. Guardo l’orologio: le 19.00. Merda!
Alle 20.00 mi madre deve aver cenato prima di prendere l’ultima batteria di medicinali. Mi attacco al telefono per cercare di capire se mia moglie riesce a rientrare in tempo ma neanche sente la suoneria, segno che sono ancora nel casino della festa. Merda, merda. Devo ancora fare la miscela. Ok, telefono a mia madre per avvertire che arriverò tardi. Non risponde, gli ho lasciato il telefonino sul comodino, cosa combina? Riprovo, niente. Riprovo con mia moglie, niente. Che sfiga!
19.20, devo smontare tutto e correre a casa. La manica a vento è una candela verticale. E così sia.