Infradito Fly Adventures
Giornata bollente quella di ieri, Caronte si fa sentire tutto il giorno, vento poca roba. Squilla il telefono: “Giretto infradito stasera?” Il che significa “zonzolare” fra colline e mare a prendere un po’ di frescura serale. Si può dire di no? No! Appuntamento alle 18.00 all’Albatros, il campo lungo il fiume nell’entroterra di Fano, così approfittiamo anche per i primi sopralluoghi in vista del prossimo Raid delle Terre di Mezzo.
Attualmente l’ Infradito Fly Team è in crescita tumultuosa essendo formato già da due componenti, me e Tino (Venturi), ovviamente equipaggiati di minitrikes della premiata ditta Veleria Dedalo e basati…nei rispettivi garage causa mancanza momentanea di campi volo in zona.
Ore 18.00 quindi: 36 °C e 18 milioni di zanzare per metro cubo d’aria tendenti a 19 per stare dietro all’orologio e due trike da montare sotto l’ombra (che non c’è). Il che si traduce in 15 minuti di lavoro per il caposquadriglia (che sospetto abbia inventato un sistema di apertura dell’ala “a lancio” come per le tende a igloo) e 45 minuti, due bottiglie d’acqua e 45 moccoli (uno per pizzico) per il gregario che ne esce provato ma felice della riuscita finale.
Pianificazione del caposquadriglia: decollo verso il mare, fiume, colline, colline, campi, boschetto, cimitero, fiume, aviosuperficie di Monteporzio in Valcesano, chiacchere, decollo verso il mare, fiume, colline, colline, autostrada, aviosuperficie di Senigallia, chiacchere, decollo, spiaggia, lungo costa verso Nord mantenendosi sui campi a sinistra delle case, colline, discarica, risalire il fiume, atterraggio al campo base. Pianificazione minitrike-style vista la completa assenza di strumenti! E si va.
Uno dei vantaggi di zonzolare con i minitrikes è che quando vai in un campo di volo dove non ti conoscono, tutti gentilmente si prodigano in consigli sull’uso della pista, ostacoli alle testate, tralicci qua e là. Poi dai gas e al secondo cinesino hai già trenta metri di quota, al terzo sei in controbase uscendo dal circuito. Non ci credete? Ho le prove:
Ed eccoci a zonzolare fino al primo campo dove faccio subito mostra della mia pivellaggine. Mi preparo al migliore atterraggio della storia dei minitrikes, allineo, via motore, tiro la barra, lo voglio mettere giù assolutamente nei primi dieci metri di pista e fermarmi in venti! Sono o non sono il migliore allievo (nonché l’unico per ora) neo-brevettato passato direttamente dalla scuola al minitrike? Così mentre il caposquadriglia davanti a me galleggia beatamente a un metro dall’erba fino davanti agli hangars, io lo metto giù davvero nei primi dieci metri e mi tocca fare l’autobus per tutti i 750 metri con l’erba che mi entra a fare visita ai gioielli di famiglia. Ah si, perché mi sono dimenticato di dire che l’equipaggiamento del perfetto componente dell’ Infradito Fly Team è composto da t-shirt (assolutamente pendant con l’ala), bermuda e…indovinate i calzari?
Due chiacchere e si va a Senigallia, altro campo che non conosco (come tutti gli altri escluso quello Gubbio dove ho seguito il corso), si preannuncia impegnativo perché cortino, stretto fra l’autostrada, rialzata rispetto la soglia pista, e le case in riva al mare, fili e tralicci un po’ qua e un po’ là. Ma ormai mi sento così sicuro che potrei atterrare su un TIR in corsa, invece ci passo abbondantemente sopra superando l’autostrada, scendo il profilo della collinetta “Tegucigalpa-style” e appoggio ancora una volta esageratamente presto per poi rullare tutta la pista con buona pace dei miei testicoli tornati a ruminare erba fresca.
Qui non c’è nessuno per chiaccherare, gli aerei presenti sono “intelati” al parcheggio, così giriamo le chiappe per tornare all’Albatros. Bello guardare il mare la sera, la brezza dalla spiaggia ti rinfresca, i gioielli finalmente si “spolverano” e respirano, il controluce rende un po’ difficile vedere il caposquadriglia che se lo perdo sono nei guai perché ste collinette sono tutte uguali; visitiamo ville e casali, zonzoliamo intorno a qualche campanile ed eccoci in vista del campo. Atterro corto di nuovo, ma avendo lasciato le auto vicino alla testata pista, stavolta va bene, venti metri di contropista e comincia lo smontaggio. Ovviamente quindici minuti lui e quarantacinque io che raffazzono l’ala dentro il super-preservativo per deltaplani con la grazia di un sommozzatore alle prese con una mongolfiera…
Finale: tre ore totali, circa una di volo, tanta frescura (in volo), tante zanzare (a terra) e cinque litri di benzina. Cosa vogliamo di più? Una birra? Ok, andiamo a bere.
(un particolare ringraziamento al mio amico Simone e al piccolo Tommy per la pazienza, le foto e la stoica resistenza alle zanzare)
…..il caposquadriglia (che sospetto abbia inventato un sistema di apertura dell’ala “ a lancio” come per le tende a igloo) 🙂
Cavolo, ready to go in 15 minuti ?
il ” caposquadriglia ” ha già eguagliato il mio record,
se all’Infradito Fly Team accettate anche i piedi nudi, ….. siamo già in tre !
A piedi nudi a giocare sui prati….cosa aspetti?
..che bello vedervi volare in ..ciabatte!
io lo faccio spesso con i sandali; .. va bene lo stesso, o mi devo organizzare?? ;-))
un consiglio: nonostante l’abbigliamento comodo induca in “tentazione”, non provate a fare lo “spurgo” in volo eh!, ..chi ci ha provato, racconta di risultati ..diciamo imbarazzanti 😮 …
Va beh, lo ammetto, avevamo in sandali ma lo spirito era da infradito! Per lo “spurgo” ora sento il caposquadriglia cosa propone 😉
Leggere gli interventi in questo sito “appena nato” di due grandi e umili persone come Tino e Sergio, che tanto fanno ed hanno fatto per il mondo del volo, mi fa veramente un enorme piacere. Sono certo che il loro contributo potrà aiutare appassionati e praticanti del volo minimale in questa meravigliosa avventura. Ancora Grazie ad entrambi.
Tranquillo, è solo l’aperitivo!
Per la prossima si vuole aggregare qualcuno?