Le mani sotto zero? Anche no!
Il deltamotore e l’inverno non sono molto compatibili. Ma cosa facciamo, aspettiamo il disgelo dei ghiacci eterni per tornare a volare? Giammai. Piuttosto ci addobbiamo come palombari, ma il nostro voletto lo facciamo anche sotto zero! Ma se per il corpo e i piedi grossi problemi non ce ne sono (vecchie tute da sci precedute da giacche antivento e stivali pelosi di varia foggia che Grunf del gruppo TNT ci fa na pippa…), per le mani esposte ai rigori di Eolo ibernante, le cose si fanno serie.
I normali guanti da sci a zero gradi e 60 all’ora, sono ottimi per i primi 10 minuti, poi le dita prendono quel colorito che di solito presentano le salsicce quando sono estratte dal freezer. Allora ai guanti da sci si aggiungono delle protezioni di materiale plastico agganciate alla barra del trapezio. E qui l’italica fantasia la fa da padrone: si va dalle protezioni che si vedono sui manubri delle moto da cross, ad accessori pensati appositamente allo scopo, fino ai flaconi di candeggina tagliati a metà e infilati nella barra dal buco del tappo, per finire con costosissime moffole agganciate alla barra con dei velcri.
Personalmente, dopo aver provato vari sottoguanti anche in neoprene + guanti da sci, ho risolto il problema acquistando un paio di guanti riscaldati mediante batterie su Amazon, quasi senza crederci veramente. Sono articoli dedicati allo sci e ai viaggi invernali in moto.
Sostanzialmente i guanti sono rivestiti da una membrana esterna, tipo Hypora (esistono anche in pelle), impermeabilizzante e traspirante, trasmettono il calore grazie a un tessuto interno in fibra di carbonio e lo trattengono grazie all’applicazione dell’imbottitura in Thinsulate, quello brevettato dal consorzio 3M. Le fibre di carbonio, come elemento riscaldante, assicurano buone doti di resistenza e durata, li uso da due anni senza problemi, con l’elemento riscaldante che si trova nella parte superiore della mano.
Le due batterie ricaricabili Li-Poly permettono almeno tre ore di autonomia (ma anche cinque alla minima intensità). Le batterie sono contenute in una piccola tasca posizionata sopra ai polsi e un pulsante a pressione permette di selezionare tre livelli di calore. Infine, le fibre conduttive nel pollice e nell’indice consentono di adoperare i dispositivi touchscreen (che non ho) senza togliere i guanti.
Allora, non aspettatevi di sentire un gran calore sulle mani, in realtà servono a mantenere la temperatura corporea: io li accendo alla massima potenza appena li indosso, decollo, e dopo cinque minuti di volo li regolo al livello intermedio. In questo modo le mani rimangono alla temperatura corporea e le batterie hanno un’ottima durata. Ovviamente il caricabatterie è compreso nel kit.
Che dire? La qualità della realizzazione non è il top, ma con una spesa poco sopra i 100 euro (non poco ma considerate che si trovano dei prodotti simili anche a 300-350 euro), da due anni volo al calduccio, non ho niente agganciato alla barra del trapezio, i movimenti rimangono accettabilmente liberi. Unico neo, non c’è verso di scattare foto in volo, ma riesco a usare la GoPro. Ah, ovviamente li uso anche quando vado a sciare. Promossi!