Occhi aperti!

I nostri minimali sono piccoli, lenti e, a quanto pare, anche difficilmente visibili. Se a questo aggiungiamo qualche attimo di disattenzione… meglio di no!

Per anni ho partecipato a raduni e manifestazioni volanti di ogni genere senza alcun problema. Ho spesso concordato con gli organizzatori circuiti separati e dedicati ai minimali con relativi punti di attesa, con il principio che quelli “grossi e veloci” avessero sempre la precedenza. Ma questo non è sempre applicabile, il più delle volte perché si dovrebbero sorvolare dei centri abitati o per qualche altra restrizione al volo.

Per questa ragione, quando sono diretto verso un campo con elevato traffico o partecipo ai raduni, utilizzo la radio in modo da identificare in anticipo i traffici e mi invento qualche piccolo stratagemma utile a evitarli. Nonostante tutto ciò, negli ultimi due anni ho avuto tre spiacevoli inconvenienti che ritengo utile raccontare perché potrebbero capitare a tutti quelli che volano lenti.

Esempio di separazione di circuiti, con (rosso) quello dedicato al traffico lento.

Primo episodio, Aviosuperficie di Sassuolo, raduno organizzato dai paramotoristi, previsto circuito separato per il traffico lento. Mattina con un filo di vento da SW, decido di fare visita al campo volo di Cavola, primo appennino. Pista in uso la 18, poco traffico. Faccio le chiamate e decollo. Duecento metri oltre la soglia pista, procedendo quasi sul fiume, mi passa sotto un P92 in finale. Nessun cenno di virata o altra manovra, semplicemente non mi ha visto.

Secondo episodio, Aviosuperficie di Torraccia (RSM), volo di trasferta. Essendo in pendenza, la pista è praticamente monodirezione: si atterra per la 34 e si decolla dalla 16. Dopo la chiamata (nessuna risposta) mi porto in testata 16, dichiaro il decollo (nessuna risposta) e vado. Appena stacco mi accorgo di un velivolo in cortissimo finale in direzione opposta. Viratona a destra a sorvolare il parcheggio. Osservo l’aereo che non fa una piega, non mi ha visto. In questo caso occorre aggiungere anche che dalla testata 16, un velivolo in finale è molto difficile da individuare a causa delle colline che fanno da sfondo. Infatti non l’ho visto.

Terzo episodio, Campo volo Villafranca, raduno Piloti di Classe. Arrivo da Sud, la biga mi informa che la pista in uso è la 30. Il circuito è standard 1000 ft (è sabato, altrimenti è 500 ft) con sottovento fra la pista e l’autostrada, uno spazio di 1200 metri. In frequenza c’è un altro deltamotore che dichiara un passaggio sul cielo campo Ce l’ho in vista, nessun problema. Un’altra chiamata identifica un traffico proveniente da Nord che ancora non vedo. Decido, per sicurezza di scendere a 500 ft e fare un sottovento molto stretto, così non sono sicuramente di ingombro. Completo la virata per entrare in sottovento e un Sierra mi sfreccia di fianco, appena sopra, al triplo della mia velocità. Non mi ha visto, ha semplicemente riportato in finale e corto finale senza alcun accenno.

 

Considerazioni.

  1. La radio usatela e sperate che gli altri la usino. Ma soprattutto, occhi aperti!
  2. Ricordatevi che siamo lenti e difficilmente visibili, quindi non fidatevi solo di ciò che sentite via radio, occhi aperti!
  3. Studiamo bene circuiti, quote e frequenze. E comunque occhi aperti, perché evidentemente qualcuno non lo fa.
  4. Dove possibile, optate per un circuito separato, anche se non previsto. E comunque, sempre, occhi aperti!
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