Da Rogallo a Magallon, una bella storia!

Erano i lontani anni ’40 e un certo Francis Rogallo, ingegnere della NASA, progettò sistemi di recupero per navicelle spaziali costituiti da ali flessibili di forma tozza e triangolare denominate a “doppia calotta” e chiamate successivamente “ali Rogallo”, che dovevano assicurare un rientro morbido sulla terra alle navicelle Gemini e Apollo.Pochi anni dopo, un Ingegnere australiano di nome John Dikenson, riprese il progetto dell’ala Rogallo (nel frattempo abbandonato dalla NASA per il suo fine iniziale), lo sviluppò e tirò fuori il primo Deltaplano per uso privato, al tempo chiamato Aquilone.

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Cosa bolle in pentola?

Come anticipato nel precedente articolo, nel calderone del Parlamento c’è un gran bollore di Proposte di legge che ci riguardano. Facciamo il punto? Facciamolo.Tutto è cominciato con la ravvisata necessità, allora da parte di AeCI (2015-16), di aggiornare il Regolamento di disciplina del volo da diporto o sportivo, noto come DPR 133 del 2010. A partire da questa necessità è nata la prima Proposta di legge, quella dell’Onorevole Bendinelli (Camera dei Deputati), presentata il 12 maggio 2020.

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Letterina a Babbo Natale 2020

Anche quest’anno siamo giunti alla letterina di Natale ma, al contrario di quanto ho scritto in passato, questa volta sarò serio perché l’argomento lo è. Chi frequenta i social avrà notato una certa “effervescenza normativa” in corso, con audizioni parlamentari e proposte di legge e regolamenti che arrivano da più fronti. Cosa sta succedendo? Cosa ha a che fare con il nostro mondo minimale?

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E il deltanoleggio?

Mi stavo chiedendo quale sia la proporzione, nell’attuale VDS, fra piloti di aereo e di deltamotore. Sicuramente saranno molti di più i primi, ma quanto? Tempo fa (è da un po’ che ci penso) lo chiesi direttamente ad un ufficio di AeCI, infatti basterebbe basarsi sul numero di attestati attivi, cosa che dovrebbero avere o ricavare facilmente. Mi dissero che il loro database era in fase di ristrutturazione e non ne seppi più nulla.

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L’aeromobile ideale (per me)

Addì, domenica 15 novembre 2020. Nebbia che non si vede a due dita dal naso, siamo in zona “COVID-arancione” dalla mezzanotte, quindi divieto di spostamento fuori Comune. Ovviamente il nanotrike è rimasto al campo volo che si trova fuori comune di ben… 300 metri! Ergo, non posso sicuramente volare ma non posso neanche fare manutenzione, L’unica è dare libero sfogo alla fantasia, ma che faccio? Progetto raid futuri? Nooooo. Contatto gli amici per organizzare i prossimi raduni? Nooooo. Cazzeggio punto e basta.

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Vacanze per gioco

Forse ci siamo persi qualcosa, o forse la nostra vita scorre sempre più veloce e se non si tratta di lavoro ci dedichiamo solo a cose comode che richiedono poco tempo. Tradotto nel mondo del nostro hobby preferito, quello di stare per aria, significa tenere il deltamotore in hangar e, per lo più, svolazzare un’oretta la sera, raramente partecipare a qualche raduno con mangiata, mentre qualche “temerario” aspetta le ferie per compiere il viaggio che aspetta per tutto l’anno, ma in questo caso si tratta di velivoli molto performanti, dei “quasi aerei” il più delle volte.

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Il bagnetto “al volo” di Ferragosto

Tutti dovrebbero avere un amico come Roberto. Esso lui vive in un bel posto che si chiama S. Sofia, nell’Appennino Romagnolo. Il Santo Paesello è attraversato da un limpido fiume che si chiama Bidente, quello che poco più a monte forma l’invaso della diga di Ridracoli. E questo non sarebbe ancora niente se egli non avesse una bella casa di campagna proprio davanti alle pozze azzurre del fiume e una lunga pista privata che lo costeggia, il che, unitamente alla sua splendida ospitalità, fa sì che tutti gli anni quando si avvicina Ferragosto ci viene una irrefrenabile voglia di andarlo a trovare. In volo naturalmente!

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Volare nel basso dei cieli

Per chi “razzola” nel basso dei cieli, questo è il periodo più bello dell’anno. Meteo buona, calduccio piacevole e mai afoso, giornate lunghe e campi di fieno rasati alla perfezione, cosa volere di più? Praticamente si può atterrare e decollare in ogni dove, almeno con un po’ di attenzione.Volare minimale è (anche? soprattutto?) questo, libertà di scegliere momento dopo momento.

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In volo (quasi minimale) verso la libertà

Un giovane completa febbrilmente l’assemblaggio di un trike fatto in casa. Con attenzione punta le ruote in direzione di Vienna, a trenta miglia di distanza dall’altra parte del confine cecoslovacco. Il silenzio di un campo malmesso è finalmente rotto dall’avvio di un motore a due cilindri Trabant e il silenzioso fruscio del suono dell’elica si gonfia mentre l’ombra dell’ala si muove in avanti e si solleva. Ivo Zdarsky sta per diventare il primo uomo a far volare con successo un velivolo costruito in casa verso la libertà.

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