Può capitare, ma meglio di no!

Qualche anno fa avevo scritto questo pezzo a metà fra un racconto e un avviso di ciò che è bene non capiti. Lo rispolvero perché può essere utile e per invitare tutti a raccontare qualche disavventura dalla quale trarre insegnamenti che non fanno mai male. Comincio io, ma voi inviatemi le vostre “avventure” alla mail: stefano(at)volominimale.org (ovviamente occorre sostituire (at) con @.

Appena ho visto la fine del tunnel del mutuo prima casa, mi sono iscritto alla Scuola di volo di Gubbio. Che figata! Aimaro, l’istruttore, discendente di una famiglia di navigatori del cielo e del mare, è un personaggio pazzesco, con lui dietro mi sentivo sicuro di poter imparare alla velocità della luce. Intanto mi sono preoccupato di ricercare il mio deltamotore personale, così che alla fine del corso, ottenuta la “patente per volare”, potessi scorrazzare da solo per il cielo. Un paio di mesi dopo ero già in possesso di un minuscolo deltaplano monoposto e non vedevo l’ora di poterlo provare, ma avevo appena fatto il primo volo da solista e mancavano ancora diverse ore di corso per poter accedere all’esame finale…

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Corrado Gex, campi volo, aviosuperfici e misteri

La possibilità di usare aviosuperfici e campi volo come li conosciamo oggi è stato reso possibile nel 1968. quando è entrata in vigore la famosa legge conosciuta appunto con il suo nome, ma che ufficialmente ha titolo “Liberalizzazione dell’uso delle aree di atterraggio”. Eletto alla carica di Deputato nella IV Legislatura della Repubblica Italiana per la Valle d’Aosta nel 1963 è stato il fautore della liberalizzazione dell’uso delle aree di atterraggio con l’approvazione della Legge n° 518 del 2 Aprile 1968

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Buon anno a tutti!

Quest’anno non ho scritto la solita letterina dei desideri “volanti” a Babbo Natale, tanto ho capito che da quell’orecchio il barbone non ci sente, o magari ho fatto il cattivo volando sotto i 500 piedi troppe volte, chissà.E poi ormai è tardi, oggi è il 31 dicembre. Comunque anche questa volta ho chiuso l’anno volando e per ora sono in pace col mondo. Quindi voglio farvi gli auguri, a tutti, e siccome noi siamo quelli che ce l’hanno piccolo (l’aereo), voglio augurarvi soprattutto due cose.

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