Dopo sei anni di onorata carriera, è arrivato il momento (tanto non si vola causa Coronavirus, maledetto lui) di sostituire il serbatoio del mio nanotrike. Che faccio? Mi rivolgo al costruttore? Lo porto in officina autorizzata? Mi affido all’amico pilota che con un cacciavite in mano fa miracoli?

Gira e rigira sembrano tutte uguali, non è facile addentrarsi nei segreti delle nostre ali e le occasioni per provare diverse vele nelle stesse condizioni e in poco tempo, sono davvero poche. C’è chi nella vela del deltaplano vede poco di più di un tessuto in dacron con qualche stecca di alluminio e un po’ di cavi in acciaio per tenerla aperta come un ombrello, ma l’elemento chiave del suo successo risiede nella flessibilità dell’ala. I costruttori hanno concentrato la loro attenzione su questa particolarità, cercando di sfruttare le potenzialità che offre e affinando le tecniche costruttive, affinché le variazioni di profilo che subisce un’ala in volo alle diverse velocità e con diversi pesi, avvengano secondo piani e progettazioni prestabilite.